Sebastian Errazuriz: american kills

American Kills” dell’artista Sebastian Errazuriz cileno di nascita che vive a New York  è un’istallazione pubblica che mostra mostra il tasso di suicidi dei soldati americani. Dopo una ricerca sui siti ufficiali sulle guerre, ha accidentalmente scoperto che i soldati americani morti di suicidio nel 2009 erano il doppio di quelli uccisi durante lo stesso anno nella guerra in Iraq; un confronto allarmante del quale Errazuriz non aveva personalmente mai letto o sentito parlare prima.

Secondo l’artista, una prima ricerca su Google ha mostrato solo segnalazioni di allarme dei media sui tassi di suicidio, ma l’informazione è sempre stata comodamente a disposizione divisa per mesi e generalmente separata in statistiche dalla marina dall’esercito esercito o dalle forze aeree.

“Quando ho trovato le statistiche complessive che sommavano 304 suicidi da parte di soldati americani nel 2009, sono rimasto scioccato. Ho cercato di trovare un numero per confrontare questo dato. Con mia grande sorpresa la statistica dei suicidi raddoppiava il totale dei 149 soldati statunitensi che erano morti nella guerra in Iraq nel corso del 2009 ed eguagliava il numero di soldati uccisi in Afghanistan.”

Il primo istinto di Errazuriz è stato quello di inviare la statistica su facebook, sbalordito dalla mancanza di risposta e interesse, ha comprato un barattolo di vernice nera e ha deciso di “postare” la notizia nel mondo reale della parete fuori dal suo studio a Brooklyn. Così ha segnato una striscia nera per ogni soldato morto, fino a quando sia i tassi di suicidio che quelli dei morti in guerra occupavano l’intera parete e sono stati registrati come in singola immagine.

“Il conteggio dei soldati morti fuori dal mio studio è stato lungo e sorprendentemente inquietante, era difficile dimenticare che ogni pennellata era un soldato morto l’anno precedente.
Un sacco di gente ha smesso di leggere il murale e sono stati subito impressionati dal ritratto della realtà. La maggior parte di loro sembrava abbastanza scioccato e mi ha contattato per chiedere se quello che stavo dipingendo fosse reale. Ho cercato di spiegare che ho semplicemente voluto creare un’immagine fisica che potesse catturare l’immaginazione delle persone, creando consapevolezza dei numeri attuali di morti in guerra e la discrepanza tra le infinite risorse ed energie destinate a combattere e proteggere i soldati in guerra contro le energie investite nel proteggere la loro salute e stabilità mentale “.


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